martedì 22 febbraio 2011

Ecco la nuova MV Agusta F3


Ecco la nuova MV Agusta F3
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La principessa di Claudio Castiglioni

Con mano sul cuore e una sulla ragione, Claudio Castiglioni in persona ha voluto che il motore della supersportiva MV di media cilindrata fosse a tre cilindri, in linea. La F3 è nata così, con il richiamo a una tradizione che fruttò un bel po’ di titoli mondiali con Agostini e l’occhio a una tecnica sopraffina. Un paio di immagini del prototipo si erano già viste, eppure la F3 definitiva mozza il fiato: arriverà solo a ottobre 2011 ed è un peccato perché è di una bellezza stratosferica.
È una moto capace di accendere l’entusiasmo già dalla vetrina. Avanzatissima ed altrettanto raffinata: la linea riesce a fondere aggressività ed eleganza in un modo unico, colpisce la sfilata dei tre scarichi che escono allineati sulla destra, il lato lasciato libero dal forcellone monobraccio, ma dalla carenatura sbuca anche il blocco frizione posizionato altissimo per avere un interasse ridotto e un forcellone lungo.
Telaio a traliccio in tubi d’acciaio e piastre laterali in alluminio, la F3 è snella, raccolta, ha il perno forcellone avanzatissimo e componentistica di qualità adeguata: forcella Marzocchi pluriregolabile, così come è pluriregolabile l’ammortizzatore Sachs, l’impianto frenante impiega all’anteriore una pompa radiale Nissin con pinze a fissaggio radiale e dischi Brembo. Ma naturalmente è il motore a suscitare la maggiore curiosità, l’inedito tre cilindri di 675 cm3, stretto, compatto, e con l’albero controrotante come diverse MotoGP, che garantisce un maggior bilanciamento.
Il propulsore è montato leggermente inclinato per guadagnare spazio, il blocco cilindri è integrato nel carter, e c’è naturalmente un’elettronica di alto livello: ride-by-wire multi mappa per adeguare le caratteristiche di erogazione alle esigenze del pilota, e il controllo di trazione TC studiato dal reparto esperienze della Casa di Schiranna. Tutto realizzato con la cura che si riserva a questo genere di gioielli, perché Massimo Tamburini è andato in pensione ma ha lasciato in eredità il suo metodo di lavoro.

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